Giornata mondiale dei delfini: l'area marina protetta delle Egadi partner del progetto «Life Delfi»

Giornata mondiale dei delfini: l'area marina protetta delle Egadi partner del progetto «Life Delfi»

È possibile una convivenza tra delfini e pescatori nei nostri mari? Uso della tecnologia, attrezzature a basso impatto ambientale unite a pratiche economiche alternative possono aiutare a centrare il duplice obiettivo di salvaguardare questi splendidi mammiferi marini e diminuire i danni economici causati dalle interazioni tra delfini e la pesca professionale. È la direzione indicata oggi nel corso di un webinar online  dal team del progetto europeo Life Delfi, cofinanziato dal programma Life dell’Unione Europea e coordinato da  CNR-IRBIM , in occasione della Giornata Mondiale dei Delfini. Sono state illustrate tutte le azioni messe in campo fino ad ora grazie al lavoro di squadra che ha coinvolto i partner delle Università di Padova e Siena, insieme alle Aree marine protette delle Egadi, Punta Campanella, Tavolara, Torre del Cerrano e alle associazioni Filicudi Wildlife Conservation, Legambiente Onlus e l’Ong croata Blue World Institute. In Italia dal 2015 al 2019 sono circa 200 gli esemplari spiaggiati ogni anno. Spesso le cause delle morti sono da ricondurre a virus e parassiti ma anche alle interazioni con attività antropiche e in particolare alla pesca. Spesso i delfini costieri sono vittime del bycatch (catture accidentali): per predare il pesce presente nelle reti dei pescherecci finiscono per ferirsi con le attrezzature, impattare con le unità navali o restare impigliati.

Le soluzioni proposte da Life DELFI sono principalmente tre e prevedono un’assidua collaborazione con i pescatori:

  • l’installazione di pinger (innovativi dissuasori acustici che si attivano solo in presenza dei delfini) e di altri dispositivi di mitigazione sulle attrezzature da pesca;
  • la diffusione di attrezzi alternativi e meno impattanti rispetto alle tradizionali reti da posta;
  • lo sviluppo di attività economiche aggiuntive, come il “dolphin watching”.

Tra le altre misure da attuare troviamo:

il raggiungimento di una pesca sempre più sostenibile attraverso l’apertura di sportelli informativi per far conoscere ai pescatori le possibili fonti di finanziamento per cambiare gli attrezzi da pesca con quelli meno impattanti;

  • la sensibilizzazione dei pescatori sul loro ruolo nella salvaguardia dell’ambiente marino;
  • l’informazione e sensibilizzare del pubblico sulla necessità di proteggere l’ambiente marino, gli habitat e le diverse specie di cetacei;
  • stimolare la partecipazione alla raccolta informazioni per il monitoraggio scientifico dei delfini;
  • informare e sensibilizzare enti, amministrazioni e autorità affinché introducano misure di compensazione per i danni causati dai delfini;
  • fornire alla pubblica amministrazione i dati utili per sostenere il processo di designazione dei siti marini della rete Natura 2000, in particolare per il Tursiops truncatus.
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