Roma, una pietra d'inciampo per il trapanese Pietro Lungaro

Venne ucciso alle Fosse Ardeatina per mano nazifascista

Roma, una pietra d'inciampo per il trapanese Pietro Lungaro

Domani, la Polizia di Stato porrà in Via Vitale, davanti la Questura di Roma, una pietra d’inciampo in ricordo del trapanese Pietro Ermelindo Lungaro, poliziotto e partigiano di Giustizia e Libertà a Roma durante l’occupazione tedesca e ucciso alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944.

Le pietre d’inciampo, opera dell’artista tedesco Gunter Demnig, ricordano dal ’92 in tutta Europa ebrei e oppositori politici uccisi dai nazifascisti indicando con la pietra il luogo dell’ultima dimora prima della deportazione o arresto. In questo caso la Polizia ha individuato simbolicamente come luogo la Questura da cui dipendevano i poliziotti.

Pietro Ermelindo Lungaro nacque a Monte San Giuliano l’1 giugno 1910; frequentò la Scuola Allievi Sottufficiali di Casagiove (provincia di Caserta), per poi intraprendere la carriera nel Regio Esercito e transitare successivamente nel Corpo degli Agenti della Pubblica Sicurezza. Inquadrato col grado di Vice Brigadiere della P.S., nel 1940 fu assegnato a Roma prima al Palazzo “Viminale” e poi alla Caserma dei Servizi Tecnici “San Eusebio”.

Il 12 febbraio 1944 le SS tedesche lo arrestarono all’interno della Caserma “San Eusebio”, per poi condurlo nella prigione di Via Tasso. Si accomiatò dai colleghi dicendo: “Compagni, non vi preoccupate, vi raccomando mia moglie e i miei figli”.

Fu segregato e torturato lungamente da carnefici spietati, ma seppe mantenere stoicamente il segreto sui nomi e sui nascondigli dei patrioti con cui era in contatto. Il suo nome figurò, quasi subito, tra i 154 detenuti a disposizione del Comando Tedesco, cui Kappler aggiunse, poi, altre 81 persone da fucilare alla Cave Ardeatiine come rappresaglia all’azione gappista di Vai Rasella del 23 marzo 1944. Fu uno degli ultimi ad essere soppresso alle Fosse Ardeatine. Ciò si deduce dal numero 39 del sarcofago in cui è deposto.

Insieme a Lungaro, verranno ricordati Emilio Scaglia e Giovanni Lupi, arrestati e fucilati a Forte Bravetta il 3 giugno 1944, il giorno prima della liberazione di Roma.

Il partigiano Lungaro viene ricordato il 25 aprile di ogni anno dalla sezione trapanese dell’Anpi nella via a lui intestata a Erice Casa Santa.