Calatafimi, rubano cavi di rame e la città rimane al buio
Ora bisognerà recuperare i fondi per riparare il danno
- Cronaca
- Calatafimi-Segesta
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Nicola Baldarotta
- 5 mesi fa 11 gen 2024 Tot.252
I ladri di rame colpiscono, e duramente, a Calatafimi-Segesta. Da oltre una settimana, infatti, è rimasto al buio un tratto di circa 300 metri del viadotto che collega il centro storico di Calatafimi Segesta con l'area urbana Sasi.
Dai rilievi tecnici gli uffici hanno constatato la mancanza dei cavi elettrici, dovuta a un furto, avvenuto sicuramente durante le ore notturne, e per il quale gli stessi uffici hanno sporto denuncia.
Si presume che il danno sia elevato, anche se, al momento, non è ancora stato possibile quantificarlo in maniera esatta.
Non si potrà procedere nell'immediato a ripristinare il tratto non illuminato, dovendo reperire i fondi necessari.
Un'emergenza, quella dei furti di oro rosso, alla quale, malgrado le nuove tecnologie, non si riesce a far fronte.
Il furto di rame rappresenta una particolare ipotesi di furto aggravato, punito quindi in maniera particolarmente severa, se commesso in determinate circostanze.
Per la precisione, la legge sanziona con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 927 a 1.500 euro chi ruba «componenti metalliche o altro materiale sottratto ad infrastrutture destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici e gestite da soggetti pubblici o da privati in regime di concessione pubblica».
La norma, pur non menzionando espressamente il rame, si riferisce in maniera evidente all’oro rosso quando parla di componenti metalliche relative al trasporto, all’erogazione di energia e ai servizi di telecomunicazione, se solo si pensa all’ingente quantità di rame che serve per garantire il funzionamento di ferrovie e telefonia.
![Foto Nicola Baldarotta](https://www.illocalenews.it/public/illocalenews/nicola_baldarotta_13102021_153743.png)
Nicola Baldarotta
Inizia a calpestare gli studi televisi e le redazioni dei giornali nell'oramai lontano 1991. Più che un giornalista d'assalto lui ama definirsi un "giornalista col buon senso". Anche estetico.