'Cianchino', l'ultimo romanzo di Ninni Ravazza
di Carmela Barbara
Chi è siciliano come me conosce perfettamente il significato del termine ‘Cianchino’. Quando il corriere qualche giorno fa mi ha consegnato l’ultimo romanzo di Ninni Ravazza, sapevo già che non si sarebbe trattato di una storia a lieto fine. Ma mai avrei pensato che la sorte avrebbe potuto essere così ostile contro un giovane isolano in cerca dell’amore e della su identità.
Una storia struggente e avvolgente, a tratti drammatica, dove Giorgio e il “suo” gabbiano si ritrovano da soli a combattere contro un destino crudele che li trascinerà negli abissi di un mare amorevole e traditore. Gli stessi abissi di cui Giorgio avrebbe voluto diventare il padrone incontrastato, così come il suo unico amico lo era dell’aria e del cielo.
Nato su una piccola isola in mezzo al nulla, il nostro protagonista ama il mare e le sue storie. I suoi eroi sono i pescatori che la sera vanno a bere nell’unica taverna del posto, di proprietà del padre e dove lui dopo i compiti va a dare una mano. Una vita semplice fatta di sacrifici e stenti, ma anche di piccole grandi soddisfazioni, rincorrendo un’unica grande illusione: essere il migliore. Non solo come valente pescatore ma anche come formidabile amante.
Questo aveva ascoltato Giorgio da piccolo e questo voleva per sé da grande. Ma la vita non va quasi mai secondo i piani sognati e definiti nell’infanzia. ‘Cu nesce arrinesce’ si dice dalle nostre parti. E in un certo senso Giorgio ce l’aveva quasi fatta. Due anni in marina per diventare sommozzatore incursore lo avevano quasi affrancato da quell’idea che il mondo cominciasse e finisse sulla sua isola.
Ma poi c’era lei che aveva promesso di aspettarlo e lui decise che quella era la sua strada: l’amore incondizionato di una donna che lo avrebbe accompagnato per il resto della sua vita, con cui avrebbe messo su famiglia e avuto dei figli. In realtà non era neanche lei che lo aveva convinto a tornare ma l’idea di quel legale indissolubile che fonde uomo e donna fino a trasformarli in un unico essere. La stessa idea che lo prendeva ed incantava ogni volta che con la sua muta si lasciava inghiottire dalle acque del mare.
Al suo ritorno però, il mondo sulla sua isola, il suo mondo era cambiato: ora c’erano le automobili e i turisti, e la prospettiva di una vita grama. Solo il suo amico gabbiano era rimasto lo stesso, almeno mentre si librava libero nel cielo. Solo lui rimaneva depositario dei suoi sogni e dei suoi segreti, l’unico che non li avrebbe mai traditi.
Il racconto è fluido, la narrazione incalzante. I personaggi della storia sono talmente veri che giureresti di averli già incontrati. E la descrizione del mondo sommerso e dei suoi attori poi, lascia davvero senza fiato. Ed è così che ho letto il libro di Ninni: tutto d’un fiato!
“Cianchino. L’isola delle illusioni”, l’ultimo romanza di Ninni Ravazza, sarà presentato in prima nazionale giovedì 27 aprile alle ore 18,00 al Museo Regionale di Trapani Agostino Pepoli, con le musiche di Giacomo D’Angelo e Renato resta, le letture di Michele Fundarò e il vin d’honneur delle Tenute Marchesi di Rampingallo.
Vi consiglio di tenervi liberi per l’occasione!