Mercoledì: la ragazza bianco e nero

Mercoledì: la ragazza bianco e nero

Questo mese di novembre non potevo non dedicare la sfaccettatura di cultura a una delle serie che più ho atteso: Mercoledì del cineasta Tim Burton.

Approdata sulla piattaforma streaming di Netflix il 23 novembre ha già fatto breccia nel mio cuore e in quelli che sono amanti del gotico e dei film con una comicità black, ma non solo.

La famiglia Addams, per noi ragazzi e ragazze degli anni ’90 è un vero cult. Cresciuti con il primo film esordiente di Barry Sonnenfeld nel 1991, da personaggi di una serie tv degli anni ‘60 lo zio Fester, Morticia, Gomez, Pugsley, Lurch e Mano per la prima volta, in quegli anni, diventano i personaggi di un lungometraggio. Per molti di noi le stranezze, il surrealismo – oscillante tra il comico e il macabro – e le fattezze gotiche della famiglia Addams sono state il primo approccio a un nuovo tipo di narrazione dell’orrido, che si spoglia dalle paure e dai timori legati alla morte o alla violenza.

La serie di Tim Burton è uno spinoff di uno dei personaggi più amati della famiglia. Sin dalle prime scene Mercoledì, interpretato dall’attrice Jenna Ortega, col suo viso di pietra, che preferisce «gli spigoli vividi» a essere una ragazza «a tutto tondo», si presenta come «un’isola ben fortificata circondata da squali». Dunque, esternamente impenetrabile e corazzata dall’apatia, a tratti inquietante, ma protettrice dei più deboli e vendicatrice per le ingiustizie, seppur con modi estremi.

Sulle note di un crescendo melodico della canzone di Edith Piaf Non, Je Ne Regrette Rein, i primi fotogrammi immortalano fin da subito uno delle malefatte vendicative della protagonista. Oltraggiata dalle torture subite dal fratello per mano dei bulli della scuola, Mercoledì decide come da rito che «nessuna azione può rimanere impunita», così munita di sacchi pieni di piragna si dirige verso la piscina della scuola, dove al suo interno libererà i pesci carnivori.

Tuttavia, quello stesso detto le si ritorcerà contro. Espulsa dall’ennesima scuola i genitori, Morticia e Gomez, decidono di farla andare alla Nervermore Academy, la scuola privata per reietti, dove loro stessi erano stati da adolescenti.

Riluttante e colma di rabbia per la scelta, finisce in doppia con una ragazza licantropo molto estrosa e dalle varie sfumature di colore. Uno dei contrasti più belli, nelle scene che avvengono nella stanza, è quello dato dalle due personalità che si scontrano, i cui colori si rispecchiano non solo nell’anima e nelle azioni dei personaggi, ma anche nel loro stile. Da una linea perfettamente divisoria della stanza, in un gioco di contrasti, da un lato è come guardare un televisore psichedelico a colori, mentre dall’altro si è catapultati negli anni ’60 vedendo una Mercoledì ancora in bianco e nero.

La scuola pullula di reietti dai pelosi agli squamati, fino agli azzannati, ognuno con un potere speciale che lo rende un personaggio bizzarro nelle società. Dalle mille skills e doti simili a quelle di una seria killer, affinate grazie allo zio Fester, come il kung fu, il tiro con l’arco di precisione, fino alla scherma e all’utilizzo di armi sofisticate, Mercoledì si fa notare nella scuola e anche nella piccola cittadina di Jericho. Tutte abilità sensazionali, che lasciano esterrefatto chiunque, tuttavia il tratto distintivo rimangono le sue visioni. Nel momento in cui entra in contatto con qualsiasi parte del suo corpo con lo spirito e l’anima di un’essenza viva, entra in uno stato di trans tramite il quale riesce a vivere e viaggiare tramite lo spazio-tempo nel passato o nel futuro.

Tra le più grandi passioni, oltre all’«hobby» di spaventare la gente, ama suonare a tarda notte il violoncello, soprattutto nei momenti di maggiore sconforto o rabbia. Riproducendo note in crescendo dal tono triste e cupo, la protagonista si lascia andare alla musica facendo emergere la vera sé.

Oltretutto, la ragazza bianco e nero, così nominata da alcuni reietti si concede un’ora alla scrittura del suo romanzo. Un’attività che gli permette di lasciare fluire i suoi pensieri. Come sottolinea la dottoressa Valerie Kinbott, il suo romanzo è un buon elemento di partenza per capire la psiche di Mercoledì. Infatti, nel racconto emergono delle similitudini molto evidenti tra lei e la Vipera de la muerte, una detective che ama svelare i gialli più macabri e oscuri, descritta dalla stessa Mercoledì come «furba, perspicace ed eternamente incompresa» e con un rapporto conflittuale con la madre Domenica.

Durante tutta la serie il personaggio di Mercoledì incarna sempre di più quello di Vipera. Spinta da una grande determinazione e passione per i misteri cerca in tutti i modi di scoprire il segreto della città di Jericho e il suo collegamento con il suo fondatore Joseph Crackstone, un fanatico religioso della setta dei pellegrini artefice della carneficina responsabile della morte di migliaia di abitanti accusati di stregoneria.

Guidata dalla sua antenata Goody, Mercoledì si avvicinerà sempre di più alla verità fino a farne un’ossessione.

Ogni personaggio durante la serie riesce a far emergere il peggio e il meglio di sé. In un vero e proprio viaggio introspettivo all’interno della psiche dei personaggi è lampante una loro evoluzione. Nella maggior parte dei casi gli aspetti negativi tendenti all’individualismo e alla competizione senza scrupoli lasciano spazio all’amicizia e al senso di appartenenza.

La scuola di reietti è il luogo in cui ognuno può essere sé stesso, senza essere giudicato come un mostro, dove le proprie doti e abilità possono essere affinate e controllate per riuscire in un futuro a integrarsi nella società troppo meschina con chi è diverso.