Operazione Phimes bis: sequestrata la società che gestisce parcheggio del parco archeologico di Calatafimi Segesta

Operazione Phimes bis: sequestrata la società che gestisce parcheggio del parco archeologico di Calatafimi Segesta

Il Gip del Tribunale di Trapani, su richiesta della locale Procura, ha emesso Il decreto di sequestro preventivo della società che gestisce il parcheggio attiguo al parco archeologico di Calatafimi Segesta.

Il provvedimento, eseguito oggi dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Alcamo, rappresenta la prosecuzione dell’operazione "Phimes" condotta dai Carabinieri di Alcamo lo scorso febbraio, nel corso della quale erano stati tratti arrestati l’imprenditore edile Francesco Isca e Francesco Craparotta, vice Comandante della Polizia Municipale di Calatafimi-Segesta fino al dicembre 2019, accusati del reato di corruzione.

L’attività dei Carabinieri avrebbe permesso di dimostrare l’esistenza di un patto corruttivo, mirato a favorire il parcheggio gestito dall’imprenditore, mediante il sanzionamento di tutte le autovetture posteggiate in altri luoghi.

I successivi accertamenti svolti dai militari dell’Arma, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Trapani, hanno permesso di verificare come la società che gestisce il parcheggio in questione sia stata fittiziamente intestata ad altri due individui, cioè la figlia del vice comandante della Polizia Municipale e il figlio di Nicolò Ferrara, ex-sindaco di Calatafimi Segesta.

"Tale stratagemma - sostengono gli investigatori - era stato ideato dall’Isca al fine di eludere l’eventuale emissione di misure di prevenzione patrimoniali, pur continuando a mantenere la gestione e a ricevere gli incassi dell’attività. L’imprenditore, infatti, appreso delle indagini sul conto di Vito Nicastri, arrestato insieme a Francesco Paolo Arata e a cui era particolarmente legato anche in affari illeciti, aveva ritenuto opportuno non risultare quale proprietario e gestore diretto della società, nel timore che la stessa potesse essere oggetto di interesse da parte degli inquirenti. Il rischio era ben concreto, non solo perché la medesima sorte era spettata anche alle società di proprietà di personaggi a lui attigui, quali il Nicastri per l’appunto, ma anche perché un’altra ditta di Isca era stata cancellata dalla cosiddetta White List della Prefettura di Trapani (lista delle imprese non soggette a tentativo di infiltrazione mafiosa, operanti nei settori esposti maggiormente a rischio) a causa dei collegamenti accertati di Isca - per il tramite dell’ex convivente legata ai Crimi, di Vita - con la criminalità organizzata e in particolare con Vito e Calogero Musso".

Su queste basi, il Gip del Tribunale di Trapani, concordando con le risultanze investigative acquisite dalla Compagnia Carabinieri di Alcamo, ha disposto il sequestro preventivo della società, ora interamente affidata ad un amministratore giudiziario che continuerà a curarne l’attività, garantendo il regolare funzionamento del parcheggio.

L'imprenditore Isca, inoltre, dovrà rispondere, insieme ai due intestatari fittizi della società, del reato di “trasferimento fraudolento di valori”.