Quando lo Stato ci vuole falliti

Editoriale del 16 Settembre 2022 pubblicato in prima pagina sul giornale

Quando lo Stato ci vuole falliti

Riceviamo diverse segnalazioni da parte di operatori economici della provincia che evidenziano un aspetto estremamente grave che si sta verificando ai loro danni.
Dopo due anni di pandemia e perdurando gli effetti negativi del conflitto ucraino che si riverberano con forza sulle già esauste finanze degli imprenditori, per  effetto dell’aumento delle materie prime e dell’energia, la Agenzia delle Entrate  Riscossione, che ha sostituito la vecchia Riscossione Sicilia SpA, cioè l’ente  preposto alla riscossione delle imposte, ha iniziato ad eseguire i pignoramenti dei conti correnti bancari in danno di contribuenti.
Abbiamo potuto verificare che tali contribuenti a volte non sono morosi, ma si tratta di evidenti errori da parte dell’Agenzia che, tuttavia non fa nulla per  rettificare immediatamente, anzi, in alcuni casi aggrava la posizione. Ciò crea non solo un danno immediato, cioè l’inoperatività del conto corrente, con l’effetto del blocco delle RIBA o dei pagamenti da disporre a fornitori, ma anche uno ancora più importante, cioè la perdita del merito creditizio, quel meccanismo legato alle norme di Basilea per cui un pignoramento impone la chiusura dei conti e la  definizione del cliente come non affidabile, per cui l’errore determina senz’altro la morte dell’azienda.
Questo crea allarme sociale fra le imprese ed i cittadini, perché lo Stato, che dovrebbe avere buon senso nell’applicazione delle norme in una situazione di incertezza come la attuale, sembra invece disinteressarsi delle vicende di cui, almeno a parole, tutti sembrano volersi preoccupare.
Abbiamo provato a cercare un incontro con i vertici trapanesi dell’agenzia di  riscossione ma abbiamo appreso che le procedure vengono attivate ad Agrigento o Palermo da funzionari con cui non è possibile relazionarsi.