Che tipo di città vogliamo?

Editoriale del 07 Settembre 2022 pubblicato in prima pagina sul giornale

Che tipo di città vogliamo?

Vi confesso che non ho avuto ferie, ho lavorato come se non fosse agosto (per colpa della doppia tornata elettorale convocata in anticipo sui tempi previsti) e sono anche un po’ scocciato. Vogliate perdonarmi, dunque, se potrò risultare antipatico con questo mio pensiero.
Le tre notti bianche si potevano organizzare meglio e con maggior anticipo? Sì, certamente.
Era meglio non organizzarle? No, affatto.
Si poteva rispettare la normativa vigente ed evitare di avviare una protesta che, in fin dei conti, ha solo prodotto danni agli esercenti? 
Sì, diciamolo chiaramente.
E’ che noi, in questa città, non siamo abituati a prenderci le responsabilità. Pretendiamo ma non diamo. E abbiamo pure la lamentela facile.
Vi invito, però, a rendervi conto che da qui a qualche anno il volto di Trapani potrebbe essere stravolto in positivo grazie ai lavori del cosiddetto Water Front: avremo un porto peschereccio ed una zona mare (quella del Lazzaretto, Colombaia e Villino Nasi) da città europea all’avanguardia. 
Proviamo, dunque, a fare un passo avanti e a posizionarci nel futuro. Rispettando le regole e pretendendo, in quel caso sì, che le cose vengano organizzate per tempo e con meno aria da sagra paesana. 
Se poi le nostre proteste sono solo per “antipatia” nei confronti di Giacomino (mister 70% di consensi alle ultime elezioni trapanesi) allora non abbiamo che farci. Ce lo dobbiamo tenere almeno fino all’anno prossimo.
E, considerato che non vedo organizzazioni sensate dagli avversari, mi sa che ce lo terremo come Sindaco anche per altri cinqe anni. Aiutiamolo, allora, a capire questa città. 
Aiutiamolo a capire come “ragionano” i trapanesi.
Quando ragionano.