Quando Trapani divenne la capitale della vela

Un altro ricordo di Wolly Cammareri per la rubrica "Io c'ero - 50 anni on the road"

Quando Trapani divenne la capitale della vela

Io c’ero, quel gennaio del 2005, quando in città arrivò la notizia che a Roma, alla presenza del Sottosegretaio alla presidenza del consiglio Gianni Letta,  del presidente  della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro, del sindaco di Trapani Girolamo Fazio,dell’amministratore delegato di Sviluppo Italia Massimo Caputita, del capo della Protezione Civile Guido Bertolaso e del sottosegretario Antonio d’Alì, venne ufficializzata la scelta di Trapani come  sede degli ACT 8 e 9 dell’America’s Cup che si sarebbero disputati in Italia.

Trapani, città di antiche tradizioni marinare, si apprestava a diventare per quindici giorni capitale mondiale della vela! Un evento non solo sportivo, un vero rinascimento per una città che si specchia sul mare, non sempre offrendo l’immagine più bella di sè. Un centro storico bello ma abbandonato all’incuria  e che da decenni aveva visto i suoi abitanti volgere l’attenzione verso nuove periferie urbane, nuove zone abitative in aree residenziali o nuovi ghetti. Quell'evento portò ad un restayling per il centro storico, interventi lungo il fronte porto, la riscoperta di nuovi  spazi, il magnifico recupero del Bastione dell’impossibile (bellissimo balcone sul porto), e la città giorno dopo giorno tirava fuori il meglio di sè.

Il "lumacone", così veniva chiamata la tenso struttura sul lungo mare, diventata simbolo di quella memorabile stagione e di cui resta quasi niente, sì quasi niente! Come tutto quello che, per appena qualche stagione, portò Trapani ad ospitare eventi velici interenazionali di buon livello. Ma quella stagione servì anche  da traino per il turismo grazie a quel "oltre un milione e duecento mila presenze "registrate dal 29 settembre al 9 di ottobre del 2005, numeri che erano inimmagibili e che pure la città ha saputo accogliere.

A seguito di tutto questo ci fu la nascita di strutture ricettive diffuse sul territorio, si rivitalizzò un aereporto che, improvvisamente, diventò appetibile e conteso da compagnie internazionali e la Ryanair ne fece base operativa.

Ma anche in quella occasione non mancarono le critiche e l’incredulità, rimossa man mano che si montavano le infrastrutture, con l’arrivo dei primi team e con l’attenzione che i media davano ad una piccola comunità che si cimentava ad ospitare un grande evento.
Tutto filò liscio a partire dalle condizioni meteo marine che fecero degli ACT di Trapani la tappa più amata da gente come Cayard, Spithill, De Angelis. Tutta gente con la quale familiarizzammo e che reincontrammo poco tempo dopo a Valencia in occasione degli ACT finali che seguimmo con la nostra troupe televisiva, su Telesud: collegamenti quotidiani seguitissimi, sì seguitissimi perché Trapani era ancora la capitale della vela nei trapanesi appassionati di uno sport che in realtà era nel loro dna di gente di mare.

 

Quando Trapani divenne la capitale della vela

Oggi sono passati diciassette anni da quell’evento, di cui è solo rimasto un ricordo e un pezzo di tenso struttura utile soltanto per riparare dal sole i turisti fai da te in transito per isole Egadi.

Io c'ero, in quei giorni. E la mia città sembrava una capitale. 

Quando Trapani divenne la capitale della vela